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FONTI
ALLEGATI
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2. Proclo di Costantinopoli
PROCLO
PATRIARCA DI COSTANTINOPOLI
ENCOMIO
Traduzione di P. Biagio Costa
1. Fratelli miei, padri e figli, il timore e il tremore mi stringono, perché l‟agone è grande e il più terribile. Che non mi riempia di amarezze nel volermi procacciare acqua dolce. Sebbene abbia doni piccoli, tuttavia mi sono dati di grandi dal vaso di elezione, il maestro delle chiese, il fulgore dell‟ecumene, parlo dell‟apostolo Paolo che dice: “Tutto è possibile di quanto fate nel nome del Signore. Egli è luce. Perciò anche voi siete figli della luce. Infatti, noi non vogliamo che ignoriate i doni dello Spirito santo.”
2. Ma anche lo stesso Signore nei suoi Vangeli ha detto: “Chi ha sete venga a me e beva.” E ancora: “Chi chiede, riceve; chi cerca, trova; a chi bussa sarà aperto.” Se io ho bussato, il Signore ha illuminato i vostri cuori. Infatti, io non sono degno di una così grande impresa. Perciò io ho bisogno di estrarre da voi le nostre cose. Infatti, io sono balbuziente e lento nella parola per essere in grado di tessere l‟encomio ad un così grande santo.
3. Apritemi i tesori dei vostri cuori, cosicché possa dire al Santo almeno qualcosa. Non dubitate di queste parole. Accogliamo Dio come mediatore e come colui che somministra ciò che cerchiamo. Perciò venga in mezzo a noi il fulgore desiderato l‟astro mattutino l‟uomo celeste l‟angelo terrestre colui che è invocato e invoca la perla preziosa il vaso d‟onore colui che vive a Mira ed è giunto fino a Costantinopoli, colui che prontamente si è posto a baluardo nei nostri clamori quando ci siamo trovati dentro le ingiustizie, prima che la tua voce fosse proferita
4. Infatti, quanti stavano per lasciare questa ingiusta vita hanno detto a gran voce: “Se anche tu sei lontano, tuttavia volgiti a liberarci presto dalla fatica e dalla falsità che ci attanaglia. Noi ricordiamo: „Vicino è il Signore a quanti lo invocano nella verità‟.
6. Sei stato vicino a quanti lo desideravano
Hai liberato dal grande agone i prigionieri
Hai soccorso con virtù quanti erano senza soccorso
Hai allontanato la spada dall‟ingiusta decapitazione
Hai gridato nei sogni al re con minacce di morte e di guerra,
manifestando di pregare per colui che illumina te e ha incoronato lui.
7. Infatti, sei stato combattente vincitore, attraversando l‟aria più velocemente di un cavallo da corsa.
Sei stato luce per quanti di notte si sono visti rifiutare un antidoto
Hai predicato la punizione dei vermi e la rovina della casa reale
Hai scosso in visione l‟anima dell‟autorità dicendogli: “Tu sconvolgi anima e mente.
Libera quelli che stanno per essere puniti ingiustamente a causa tua.
Infatti, non sfuggirai, se mi disobbedirai, la punizione che ti sarà data per mezzo delle mie labbra.”
8. Tu ricevi questi poteri dal cielo.
Infatti, hai preso i vasi d‟argento e d‟oro volendo privare certuni della vita e della luce.
O potenza infinita di Dio che invisibilmente ricopri con la tua ombra il Santo.
Veramente è degno di ricevere anche da noi lodi.
Veramente è conveniente al Santo che dalle nostre labbra gli sia dato il buon odore.
9. Prostrandoci al Santo prima per enfiteuma che è del Padre del Figlio e dello Spirito santo prima,
e poi per la santa Vergine e Madre di Dio con l‟arcangelo Gabriele –
“Salve, piena di grazia. Il Signore è con te” e da te procedendo ha illuminato ogni cosa -,
procediamo anche noi verso il convito di questo Santo.
10. Salve, Nicola, tu che presiedi in Mira
Salve, Nicola, tu che hai in te tutto Dio insieme al Figlio e allo Spirito santo.
Salve, Nicola, tu che dimorando a Mira sei giunto fino a Costantinopoli
Salve, Nicola, tu che non lasciando i tuoi cari hai liberato anche i prigionieri
Salve, Nicola, tu che in sogno sei apparso al re e lo hai minacciato di consegnarlo alla spada di guerra e agli uccelli
Salve, Nicola, tu che sei apparso in visione ad Ablabio e gli hai parlato della vita mortifera e della rovina
Salve, Nicola, tu che sei vincitore del tiranno e del domone malvagio
Salve, Nicola, tu che da tutti sei invocato e tutti ascolti
Salve, Nicola, tu che pur essendo lontano, ascolti le voci lacrimevoli di chi si è reso ingiusto
Salve, Nicola, tu che sei il cimelio prezioso di Mira
Salve, Nicola, tu che a quanti dormivano nell‟unica prigione hai dato anche la grazia di ritornare in vita dalla notte mortifera
Salve, Nicola, tu che nella gioia indicibile ……………………………………………
11. ……… Poi secondo quanto dice il Signore nei Vangeli: “Entra nella gioia del Signore.”
Se anche nel corpo non eri presente, il logion di Davide si è compiuto in te, quello che dice: “Ho parlato dinanzi ai re e non mi sono vergognato.”
Chi non ammira il coraggio del Santo?
Chi non è preso dal sacro timore dei misteri divini?
Chi non è fuori di sé per la grandezza e il paradosso di tale meraviglia?
Il sole e la luna insieme agli astri prostrandosi al saggio Giuseppe nel sonno preannunciarono il potere regale.
Tu invece che hai il timore di Dio hai punito questi [il re] e lo hai tenuto lontano [dai pensieri ingiusti], da una parte minacciandolo di morte, dall‟altra parte rendendo noto che la sua vita e la sua consuetudine sarebbero state cibo per vermi
Così questi [il re] ha ordinato di liberare i prigionieri narrando ciò che in estasi aveva visto da parte del santo e ha gridato in mezzo a tutta la gente e al popolo eletto richiamando quelli erano nei lamenti: “Come avete mandato a dire: un certo Nicola è per me aiuto?”
E quelli annuendo dicevano in risposta parole compassionevoli e mendiche: “Non abbiamo fatto nulla di male per la tua felicità regale”.
Poi confortati e manifestando al re la visione e la potenza del Santo cominciarono ad alzare una sola voce al Dio che vede tutto dicendo: “Tu che sei vindice di quanti si rendono ingiusti e sei
corego di vita per mezzo del tuo ieroprepes Nicola volgiamo verso le tue viscere misericordiose preghiere. Abbi pietà, preghiamo, e dalla morte liberaci e rendici partecipi della vita.”
12. Perciò il re con parole astute incominciò a parlare chiedendo: “Da dove e da quale città viene il Santo e qual è questa sua severità?”
Allora e solo allora procacciandosi un discorso dolce e mescolandolo con potenza gli risposero: “Re di tutto l‟ecumene noi proferiamo parole che dicono verità alle tue orecchie. Infatti, noi non possiamo, o re degno d‟ammirazione, passare sotto silenzio ciò che abbiamo visto con i nostri occhi laddove anche il Signore ha detto: „Ciò che ascoltate con le orecchie, predicatelo sui tetti. E ciò che vedete nel buio ditelo alla luce.‟ Lo stesso Santo che possiede sempre il timore e l‟ardore di Dio con piedi belli e veloci nel tempo transeunte ha donato la grazia di vivere a quanti stavano per morire con Dio e afferrando con la mano ha allontanato la spada a doppia lama da colui che stava per colpire e slegando ha liberato i prigionieri e li ha ristabiliti nelle proprie case.
13. E richiamando alla memoria queste sue belle imprese accadute in mezzo a quelli, anche noi lo abbiamo invocato, perché si affrettasse a venire e ci rendesse degni di salvezza.”
Perciò ornando il suo capo con pietre preziose dinanzi a loro e indossando la porpora nella sua potenza di signore di tutto il mondo rispose: “Non io decido per voi della vita transitoria, ma colui che è invocato presso di voi. Affrettatevi dunque a seguirne le orme baciandole e ricordandovi anche di me presso Dio.”
Accogliendo allora queste piccole eulogie legatevi a lui amichevolmente dicendo di non restituire ira ma di chiedere consenso per quelle cose che io ho fatto per Dio.
Inoltre, come voi avete ottenuto in sorte questa vita transeunte non derubate voi stessi anche di quella di là, quando si perderanno capelli e bellezza, e non ci si dovrà curare delle cose di questa vita.
14. Hanno fatto il viaggio presso il Santo il 4 novembre. Hanno ricevuto queste cose qui presenti il 13 aprile, facendo preghiere, restituendo a Dio ringraziamenti, distribuendo i propri beni ai poveri, servendo il Signore, aprendo le anime a Dio. A lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen
NOTA. Proclo visse nel momento più acuto della controversia nestoriana. Eletto vescovo di Cizico nel 426 non fu accolto dalla popolazione. La sua posizione nella controversia è mediatrice fra la teologia antiochena e quella alessandrina, per cui ebbe dei rimproveri da Nestorio, patriarca di Costantinopoli. Nel 434 a succedere a Nestorio fu chiamato proprio lui. Autore di varie prediche e lettere, morì nel 446. L'attribuzione di molte prediche a lui, anche tra le spurie del Crisostomo, è molto controversa. Questa Laudatio S. Nicolai è ritenuta dagli studiosi non autentica, anche se non è chiaro se in conseguenza di proprie argomentazioni, oppure perché questa è la posizione dell'Anrich.