ALLEGATI
FONTI
Teodoro di Myra al concilio Niceno II (787)
Il Concilio di Nicea del 787 affrontò, come è noto, la problematica relativa alla legittimità del culto delle immagini. Nel corso di questo concilio intervenne il metropolita di Mira, Teodoro, il quale nel corso della precedente persecuzione si era allineato agli ordini sovrani avversando il culto delle icone. Nella quarta sessione si alzò e dichiarò:
Anch'io ho sperimentato qualcosa di simile a ciò che è stato testé narrato. Mentre infatti avevo dei problemi con persone che occupavano posti di autorità, il mio arcidiacono, uomo pio e timorato di Dio, mi dice: «Ho avuto una visione in cui mi è apparso il patriarca, che così mi ha parlato: che il metropolita venga al nostro cospetto e vedrà che tutti i suoi problemi saranno risolti». Io allora ho chiesto all'arcidiacono: «Che aspetto aveva il patriarca quando ti è apparso ?». Egli mi rispose: «Aveva il volto rubicondo e i capelli bianchi». Replicando gli dico: «Quella non è l'immagine del patriarca, ma sono fattezze che si adattano piuttosto all'immagine di S. Nicola, che corrisponde proprio alla tua descrizione». Ed egli mi rispose: «Effettivamente è così, avendo tali fattezze colui che mi è apparso e che mi ha detto queste cose». Così mi resi conto che, a partire dalla sua descrizione dell'immagine, a lui era apparso S. Nicola. Quindi prestando fede a ciò che aveva detto nella visione, mi recai alla regia città, protetta da Dio, e lì portai a buon esito tutti gli affari che riguardavano la mia attività episcopale[1] .
Purtroppo la testimonianza di Teodoro di Myra è eccessivamente sintetica. Non che le speranze di conoscere le fattezze di S. Nicola potessero essere soddisfatte da una testimonianza di tre secoli e mezzo più tardi. Ma, certamente, se oltre «il volto rubicondo, e i capelli bianchi», ci fosse stato qualche particolare più specifico, con tutte le riserve del caso, ne sarebbe risultata una descrizione che almeno avrebbe tramandato qualcosa sul come i Miresi immaginavano san Nicola.
[1] J. D. Mansi, Sacrorum Conciliorum nova et amplissima collectio, t. XIII, p. 33. Anche Falcone, 14-15 e Anrich I, 450.